LIBERI TUTTI…..MA PER FARE COSA… ALLA COSIDDETTA RIPARTENZA??

Pubblicato da Europa Verde Reggio Emilia il


Ancora nel pieno degli effetti dell’ epidemia da coronavirus, con gli ospedali ancora intasati di malati e con le centinaia di morti che si contano ogni giorno, è partito lo zibaldone delle ipotesi sulla cosiddetta ripartenza, del cosa faremo dopo. È del tutto evidente che siano necessarie scelte cruciali immediate, per i prossimi, mesi ma anche per delineare gli scenari di medio lungo periodo.
Crediamo non ci sia da inventare nulla, viceversa occorre riprendere gli impegni assunti prima della pandemia con il Green Deal proposto della Commissione europea nel dicembre 2019.
In effetti la forte sofferenza a cui si andrà incontro e che richiede un intervento massiccio di denaro pubblico, per sostenere chi non ha risorse o ha perso il lavoro, ma anche per riattivare il sistema economico determina il rischio reale che tutto possa di nuovo mettersi in moto facendo carta straccia degli impegni assunti solo
qualche mese fa.
Forse non è ancora pienamente diffusa la percezione che dopo questa devastante pandemia, i cambiamenti sociali ed economici, che già si profilano, saranno molto profondi. Si tratta di un momento delicatissimo che può determinare l’orientamento dell’economia e della qualità della vita per i prossimi decenni. Si è parlato di nuovo piano Marshall per l’Europa, ma stavolta non si tratta di mettere in campo donazioni giunte da oltreatlantico, ma di denaro pubblico europeo, denaro che ognuno di noi ha contribuito a creare con le proprie tasse o fondi presi a prestito che, in futuro,  dovremo comunque ripagare. Le risorse non essendo infinite, anche se in questa grande quantità e con queste modalità saranno destinate a rappresentare un’occasione straordinaria e oggettivamente irripetibile. È pertanto vietato sbagliare! Va scongiurato il ripetersi della modalità dell’accontentare tutti…. Il tema cruciale diviene quindi quello di orientare le risorse, in maniera lungimirante e selettiva. Molte catene del valore subiranno contraccolpi forti, e compito delle leadership è quello di scelte precise per orientare lo sviluppo.
Che l’occasione sia unica lo hanno capito bene in tanti, soprattutto a destra, che non perdono giorno per dare voce all’insofferenza della parte più arretrata del mondo produttivo che mai avrebbe voluto chiudere le fabbriche, anteponendo a tutto gli interessi economici e che oggi premono per far ripartire il sistema facendo piazza pulita dei dubbi di chi denunciava, già da tempo, la necessità di cambiare e  riconvertire verso la sostenibilità ambientale un’economia fondata principalmente sulle fonti fossili, sul consumo dell’usa e getta, sull‘uso spregiudicato di risorse naturali finite.
IL TAM TAM è già cominciato ! Infatti in questi giorni abbiamo letto la posizione di chi, a fronte del fermo del traffico e di buona parte della produzione, ha sostenuto che non si sono registrati significativi miglioramenti nelle concentrazioni degli inquinanti nell’aria, lasciando intendere che da ora in poi è inutile prendere
provvedimenti e fare politiche di risanamento ambientale, tanto ci si trova di fronte ad un problema intimamente connaturato alla configurazione padana, insomma un problema quasi irrisolvibile. Altri hanno sostenuto che il supposto fallimento di questo grande e irripetibile esperimento che ha visto un perdurante blocco delle attività inquinanti, come in una lunga domenica ecologica della durata di settimane, ha avuto il merito di decretare la fine di ogni politica di contenimento della mobilità individuale come pure la messa in mora delle nuove tendenze ambientalmente sostenibili dell’industria, come ad esempio l’offerta di modelli elettrici nel mercato dell’auto.
Un de profundis, quindi, per ogni iniziativa tesa a razionalizzare la mobilità e a limitare soprattutto quella individuale e dall’altro, una sonora spallata a quanti hanno sostenuto la necessità di una più ampia diffusione di produzioni e di tecnologie sostenibili.
Siamo di fronte ad una grande, grandissima bugia tesa a nascondere un dato reale e incontrovertibile: si è verificato e perdura, un calo molto significativo delle concentrazioni degli inquinanti con il dimezzamento degli ossidi di azoto ed una correlata notevole diminuzione della concentrazione di polveri!! Dati dalla
tendenza inoppugnabile, nascosti da una propaganda che ha messo in evidenza un singolo dato in controtendenza per sostenere, inopinatamente, che il vero inquinamento non è nell’aria, ma nelle teste degli ambientalisti.
Fortissime saranno le pressioni affinchè i soldi nostri, i soldi pubblici continuino a finanziare settori ambientalmente insostenibili: il calo del prezzo del petrolio potrebbe fare il resto. Ecco quindi che la buona politica deve prendere il sopravvento per orientare decisamente verso una nuova stagione Verde una Europa frastornata e stordita dalla malattia e dai lutti, spingendola verso un futuro Green per noi e per le generazioni future.

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